L’Ashwagandha, il cui nome scientifico è Withania somnifera, è un arbusto sempreverde originario dell’India, utilizzato da millenni nella medicina ayurvedica per le sue proprietà adattogene e toniche. Si tratta di una pianta particolarmente apprezzata per i suoi presunti effetti benefici sulla resistenza fisica e mentale in situazioni di stress. Recentemente, l’interesse per questa pianta in ambito nutraceutico è cresciuto, soprattutto per la formulazione di integratori. Esaminiamo le caratteristiche e le proprietà che rendono questa pianta così speciale.
Che cos’è l’Ashwagandha?
L’Ashwagandha viene chiamata anche “ginseng indiano”, ciliegia d’inverno e uva spina velenosa ed è una pianta appartenente alla famiglia delle Solanaceae, caratterizzata da radici robuste e foglie di forma ovale. L’estratto ricavato dalla sua radice viene utilizzato da tempi immemori nella medicina tradizionale indiana (ayurvedica), difatti il suo nome deriva dalla combinazione di due parole in sanscrito: “ashva” ovvero cavallo, e “gandha” che significa odore. Si ipotizza che questo nome derivi dall’odore della radice, che ricorda quello dell’equino, e si riferisca anche alla capacità della pianta di infondere forza e vitalità.
L’Ashwagandha è originaria dell’India ma viene coltivata anche in altre parti dell’Asia e del Medio Oriente. Le sue radici, oggi, vengono utilizzate in tutto il mondo nella formulazione di integratori alimentari e altri prodotti nutraceutici poiché contengono diversi principi attivi benefici.
I principi attivi contenuti nel ginseng indiano
I principali principi attivi presenti nell’estratto di Ashwagandha sono i withanolidi, un gruppo di lattoni steroidei a cui sono associati effetti antiossidanti, antinfiammatori e neuroprotettivi. Secondo la tradizione e alcuni studi preliminari, questi composti sono in grado di modulare i livelli di cortisolo, anche detto ormone dello stress, contribuendo a migliorare il benessere psico-fisico dell’individuo. In aggiunta, questa pianta avrebbe un impatto positivo sul sistema immunitario ed endocrino, regolando la produzione di ormoni tiroidei e favorendo il recupero dopo un’intensa attività fisica o situazioni di forte stress.
Tuttavia, è fondamentale sottolineare che gli studi riguardanti i benefici dell’Ashwagandha sono ancora in fase preliminare, pertanto sono ancora necessari studi qualitativamente avanzati.
Per cosa viene usata l’Ashwagandha in nutraceutica?
L’Ashwagandha è stata aggiunta alle piante alla base della formulazioni di diversi integratori nutraceutici, in particolare viene offerta sotto forma di capsule o polveri che possono essere mischiate con alimenti morbidi. Tra i suoi benefici più studiati figurano:
- Gestione di stress e ansia: alla pianta vengono attribuite proprietà adattogene, ovvero capacità di aiutare il corpo ad affrontare periodi di stress. Secondo alcuni studi clinici randomizzati e controllati con placebo, l’Ashwagandha è in grado di aiutare nel controllo dei mediatori dello stress, tra cui le proteine da shock termico (Hsp 70), il cortisolo e la proteina chinasi c-Jun N-terminale (JNK-1).
- Miglioramento della funzione cognitiva e del sonno: Secondo uno studio condotto su 58 partecipanti, l’assunzione di Ashwagandha in dosi controllate migliorerebbe significativamente la qualità del sonno. Altri studi preliminari, basati su campioni ristretti di adulti, hanno mostrato miglioramenti al livello cognitivo, in particolare per quanto riguarda: memoria, tempo di reazione, velocità di processo delle informazioni. Questi risultati sono stati attribuiti alle potenziali proprietà antiossidanti della pianta.
- Supporto alla salute fisica: La pianta è indicata per migliorare la resistenza muscolare, in quanto sarebbe in grado di migliorare la performance atletica secondo una ricerca che analizza 12 studi svolti su persone. Per questo motivo, può essere un valido aiuto per gli atleti durante l’attività fisica, facilitando il recupero post-allenamento.
Altri usi terapeutici e precauzioni
Oltre ai benefici più comunemente conosciuti, sono diverse le qualità che sono state associate alla pianta: dalla riduzione dei livelli di zucchero nel sangue, all’aumento dei livelli di testosterone, fino agli effetti antinfiammatori. Tuttavia, è importante sottolineare che questi benefici sono attualmente supportati da studi preliminari e svolti su campioni ridotti o animali, pertanto è sempre raccomandato il consulto di un professionista medico prima di assumere Ashwagandha.
Per quanto riguarda la sua utilità nel trattamento di disturbi mentali come schizofrenia, disturbo bipolare o depressione, benché alcuni studi sembrano provare l’effetto benefico di questa pianta, è importante evidenziare che essa non può sostituirsi a un’eventuale cura farmacologica e la materia di studio ha ancora molto spazio di approfondimento. In generale, l’assunzione di integratori a base di Ashwagandha è sconsigliata a donne incinte, che stanno allattando, pazienti oncologici o con malattie autoimmuni, in caso di patologie del fegato o in combinazione con altri farmaci.
L’Ashwagandha in nutraceutica con Flarer
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