Il sistema immunitario è una preziosa arma che il nostro organismo ha a disposizione per proteggersi dall’invasione di sostanze estranee che possono risultare pericolose. Per farlo deve distinguere fra tutto ciò che è endogeno (appartiene all’organismo) e tutto ciò che invece è esogeno o estraneo. Tuttavia, esistono dei casi particolari in cui queste difese possono risultare un ostacolo, piuttosto che un alleato. Si tratta di alcune patologie autoimmuni o in caso di trapianto di organi. In questi casi è necessario bloccarne l’azione per prevenire gravi complicazioni. A questo scopo esistono i farmaci immunosoppressori come la Ciclosporina.
Il meccanismo d’azione della Ciclosporina
La Ciclosporina è stata scoperta nel 1971 tramite lo studio di alcuni funghi e, dal 1983, viene utilizzata come immunosoppressore grazie alla sua azione di inibitore della calcineurina. La calcineurina è una proteina con attività fosfatasica che svolge un ruolo chiave durante una risposta immunitaria, attivando il meccanismo di signaling dei linfociti T. Grazie a questa proprietà, la Ciclosporina è in grado di tenere sotto controllo la risposta immunitaria del paziente.
Il farmaco viene generalmente somministrato per via orale, tramite capsule molli, per via endovenosa, o per via oculare (uso oftalmico), con una posologia che varia in base all’obiettivo del trattamento. Come immunosoppressore la Ciclosporina è consigliata per:
- trapianto di organi per evitare fenomeni di rigetto;
- artropatie infiammatorie, come artrite reumatoide (in questo caso svolge anche una funzione antidolorifica e contribuisce a diminuire il gonfiore delle articolazioni interessate);
- Lupus eritematoso sistemico (LES);
- miosite;
- sindrome nefrosica;
- in campo dermatologico per psoriasi ed eczema.
Il farmaco non è immediatamente efficace, il suo uso deve essere prolungato per almeno 6 settimane prima che se ne possano apprezzare i benefici; in alcuni casi gli effetti possono sopraggiungere dopo 12 settimane. Infine, la Ciclosporina può anche essere utilizzata come collirio per contrastare la cheratocongiuntivite secca.
Ciclosporina: effetti collaterali e le interazioni farmacologiche
Data la sua azione di immunosoppressore la Ciclosporina è un farmaco che va utilizzato e prescritto con cautela, valutando attentamente la condizione di salute del paziente e le sue eventuali predisposizioni. Infatti, la Ciclosporina può causare anche diversi effetti collaterali, primo fra tutti l’insorgenza di ipertensione arteriosa che può verificarsi nelle prime settimane di terapia e va accuratamente trattata.
Inoltre, la Ciclosporina può provocare complicazioni ai reni a causa di un aumento della creatina presente nel sangue. Per risolvere questa complicazione si ricorre solitamente ad una riduzione del dosaggio. Oltre agli effetti collaterali più gravi l’assunzione di Ciclosporina può provocare nel paziente fastidi dell’apparato digerente: disturbi gastrointestinali, mancanza di appetito, vomito e diarrea o dolore addominale.
Molti pazienti che assumono Ciclosporina possono avvertire dei tremori o dei dolori alle estremità inferiori del corpo, che generalmente migliorano durante il periodo di terapia. Questi effetti sono tipici anche di altri inibitori della calcineurina.
Alte dosi di Ciclosporina, generalmente utilizzate nei casi di trapianto di organi, possono aumentare il rischio di tumore alla pelle e per questo è sempre importante monitorare il proprio stato di salute durante il trattamento. Ad esempio, in caso di infezione, è importante interrompere l’uso per lasciar agire il proprio sistema immunitario indisturbato, specialmente se si assumono antibiotici (come i macrolidi).
Fra le sostanze che possono causare interazione ci sono il succo di pompelmo, lassativi, antinfiammatori non steroidei (FANS) e farmaci risparmiatori di potassio.
La Ciclosporina può essere usata per cani e gatti?
Grazie alla sua azione utile anche al livello dermatologico e oculistico, la Ciclosporina viene utilizzata da tempo anche in campo veterinario, in particolare per cani e gatti in gran parte allo stesso modo del trattamento per umani. Il medicinale viene spesso utilizzato in forma di pomata o collirio e, essendo idrofobo, viene sciolto in olio di oliva vergine o olio di mais purificato. A questo scopo viene utilizzata per trattare cheratocongiuntivite secca, cheratite superficiale cronica e blefarocongiuntivite atopica in cani e gatti, stimolando la secrezione di lacrime e agendo come anti-infiammatorio. Il suo uso è stato approvato anche per i cavalli in caso di cheratocongiuntivite immunomediata.
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