Febbre, mal di gola o raffreddore, sono fra i disturbi più comuni per l’essere umano. Per questo tipo di problematiche vengono utilizzati due API estremamente diffusi e commercializzati: Il Paracetamolo e l’Ibuprofene.
Nonostante la loro popolarità, questi farmaci vengono spesso confusi dai pazienti, specialmente se non se ne conoscono a fondo le differenze. Questo avviene perché sono entrambi utilizzati per curare sintomi simili e ciò può spingere le persone a considerarli equivalenti. Ma non è così: paracetamolo e ibuprofene sono due farmaci distinti che agiscono in modi differenti. Nel seguente articolo approfondiamo questa differenza e facciamo chiarezza su questo comune errore.
Cos’è il Paracetamolo?
Il paracetamolo è stato sintetizzato per la prima volta dal chimico statunitense Harmon Northrop Morse nel 1878. Il suo primo utilizzo in campo medico, però, risale solo a partire dagli anni cinquanta del XX secolo.
Si tratta di un farmaco analgesico e con proprietà antipiretiche. Questo gli permette di agire sul sistema nervoso centrale, in particolare sui meccanismi legati alla serotonina. In questo modo il paracetamolo riduce la sensazione di dolore dell’organismo e abbassa la temperatura corporea inibendo la sintesi delle prostaglandine, ovvero delle molecole coinvolte nelle patologie infiammatorie.
Come viene usato il paracetamolo?
Grazie ai suoi effetti, il paracetamolo è un valido alleato contro il dolore lieve o moderato e viene utilizzato per abbassare la febbre. In particolare l’uso del paracetamolo è consigliato per:
- mal di testa;
- dolori muscolari;
- dolori legati al ciclo mestruale;
- mal di gola;
- mal di schiena;
- mal di denti;
- artrosi;
- reazioni alle vaccinazioni.
Il farmaco viene generalmente commercializzato in prodotti a consumo orale o per via rettale. Benché l’uso regolare del paracetamolo non presenti gravi effetti collaterali, è bene non abusarne, in quanto l’eccessiva assunzione può recare gravi danni al fegato.
Cos’è l’Ibuprofene?
La nascita dell’ibuprofene risale a tempi più recenti rispetto al paracetamolo: la sua prima sintetizzazione fu svolta nel 1961 da Stewart Adams, chimico statunitense, durante la sua ricerca per un farmaco adatto al trattamento dell’artrite reumatoide.
La funzione dell’ibuprofene è antinfiammatoria, categorizzandolo nella più ampia famiglia dei FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei). Il farmaco agisce bloccando l’attività degli enzimi ciclossigenasi Cox-1 e Cox-2 che svolgono un ruolo nella manifestazione del dolore, delle infiammazioni e della febbre.
Come viene usato l’Ibuprofene?
Date le sue proprietà antinfiammatorie e antidolorifiche l’ibuprofene viene utilizzato per diversi disturbi, molti dei quali simili alle applicazioni del paracetamolo:
- mal di testa;
- nevralgie;
- dolori legati al ciclo mestruale;
- dolori muscoloscheletrici;
- dolori da trauma;
- dolori post-partum e post-operatori.
Può inoltre essere usato come antipiretico e integrato nella terapia per le seguenti patologie:
- artrosi o artrite reumatoide;
- spondilite anchilosante;
- periartrite scapolo-omerale;
- reumatismi extrarticolari;
- miosite;
- lombalgia;
- sciatalgia;
- radicolo-nevriti;
- fibrosite;
- tenosinovite;
- morbo di Still.
Come nel caso del paracetamolo, mantenendo il dosaggio entro i limiti di sicurezza non si incorre in particolari effetti collaterali, tuttavia, non deve essere assunto in associazione con l’acido acetilsalicilico in quanto ne riduce l’efficacia.
Quali sono le differenze tra paracetamolo e ibuprofene?
Le similarità fra i due farmaci sono molte e questo può provocare confusione. Sono entrambi farmaci da banco ampiamente prescritti e commercializzati e vengono utilizzati spesso per le stesse patologie, accomunati soprattutto per la loro funzione antidolorifica.
Nonostante ciò, è bene non confonderli poiché agiscono in modo distinto sull’organismo e richiedono quindi delle precauzioni diverse. L’ibuprofene vanta un effetto antinfiammatorio che il paracetamolo non offre, per questo è maggiormente consigliato quando è necessario agire su un’infiammazione. Casi di applicazione in cui viene consigliato l’ibuprofene sono le diverse forme di artrite, le infiammazioni non reumatiche e i dolori mestruali. Il farmaco non è sicuro per le donne in gravidanza e per chi assume farmaci antipertensivi o anticoagulanti.
Al contrario, il paracetamolo può essere usato anche in gravidanza ed è più efficace per chi presenta febbre e dolori di intensità lieve o moderata, rendendolo particolarmente efficace per mal di denti, mal di ossa, dolore post-chirurgico, dolore muscoloscheletrico e cefalea non derivante da emicrania. In generale, il paracetamolo è particolarmente riconosciuto per la sua capacità di abbassare la febbre.
Il ruolo di Flarer nella distribuzione di Paracetamolo e Ibuprofene
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