Analisi per le impurezze dei farmaci: linee guida per la sicurezza

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Il controllo di qualità dei farmaci e l’analisi delle impurezze fanno parte di una serie di processi obbligatori da inserire nello sviluppo del mercato farmaceutico, sia sulla materia prima che sul prodotto finito. Conoscere il livello di impurezza di un farmaco o di un principio attivo aiuta a prevenire il rischio di entrare in contatto con sostanze cancerogene e in generale dannose per l’uomo, ed è responsabilità degli enti normativi avviare processi regolatori e far rispettare le linee guida per analizzare le impurezze dei farmaci destinati all’uomo.

Continua a leggere l’articolo per scoprire le linee guida per le analisi delle impurezze!

Impurezze farmaci: cosa sono e quante ne esistono?

Le impurezze sono sostanze che alterano la purezza di un prodotto o di un’altra sostanza, e che possono provenire sia da cause naturali (impurezze contenute negli ingredienti) sia da cause artificiali (impurezze che vengono dal processo di lavorazione del prodotto).

In particolar modo, nell’industria farmaceututica le impurezze e impurezze si classificano in:

  • Impurezze organiche che si possono sviluppare durante il processo di lavorazione o lo storage dei prodotti. Includono: starting materials, intermedi, prodotti di degradazione, reagenti, ligandi;
  • Impurezze inorganiche che possono essere risultato del processo di produzione ed includono reagenti, ligandi, catalizzatori, sali inorganici, metalli;
  • Solventi residui.

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Il Controllo delle Impurezze: le linee guida ICH

Fondato nel 1990, l’ICH (internatioal Council on Harmonisation) persegue l’obiettivo di armonizzare l’interpretazione e l’applicazione delle linee guida di valutazione dei medicamenti a uso umano e interviene anche in materia di standard lavorativi e di processi analitici delle impurezze farmaceutiche.

Le impurezze costituiscono un potenziale pericolo nei prodotti farmaceutici per quanto riguarda la salute dell’uomo quando sono ad un livello eccessivamente alto; è necessario che la loro presenza sia controllata e contenuta al di sotto di limiti accettabili, stabiliti dalla farmacopea. Essa determina quali siano i livelli accettabili di residui organici o inorganici e ha sviluppato idonei metodi di analisi, processi regolatori e working standards (procedure di produzione, scopi, responsabilità, accountability) da applicare per preservare la purezza in caso di trattamento di principi attivi o di produzione farmaceutica.

Per ogni tipologia di impurezza esistono diverse normative:

  • Per le impurezze organiche ci si riferisce alle linee guida ICHQ3A per i principi attivi e ICHQ3B per i prodotti finiti;
  • Per le impurezze inorganiche ci si riferisce alle linee guida ICHQ3D per Elemental Impurities;
  • Per i solventi residui ci si riferisce alle linee guida ICHQ3C.

Linea Guida ICHQ3D e i requisiti di controllo per i metalli

In particolare, per le impurezze elementari, l’ICH utilizza un approccio di valutazione del rischio per controllare e individuare le impurezze di natura metallica contenute nei farmaci, passando da un controllo basato sulle concentrazioni delle singole componenti impure ad uno basato sull’esposizione giornaliera consentita (daily intake). Tali linee guida hanno impatto, dunque, anche sul lavoro degli organismi di regolamentazione nazionali per perseguire ed ottenere risultati comparabili tramite analisi trasparenti.

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Il pericolo delle nitrosammine

Come ulteriore standard di controllo e sicurezza, l’Agenzia europea per i medicinali (European Medicines Agency-Ema) bel 2019 ha stabilito che i farmaci per uso umano con principi attivi prodotti per sintesi chimica debbano essere testati allo scopo di rilevare la possibile presenza di nitrosammine, sostanze classificate come probabilmente cancerogene per l’uomo dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’Organizzazione mondiale della sanità.

Le nitrosammine sono delle impurezze che si possono formare durante la fase di produzione del principio attivo in determinate condizioni:

  • sono presenti in certi tipi di materie grezze, materie prime e intermedi;
  • sono presenti anche in particolari solventi, reagenti e materiali di partenza;
  • possono essere trasferite, inoltre, quando si trovano già su apparecchiature già contaminate.

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